Dante in viaggio
sulla BICITIMER

Un tesoro nascosto

“Domenica prossima, come gita ministranti, faremo il pellegrinaggio alla Cattedrale di San Pietro, a Bologna. Ammireremo dei veri capolavori e conosceremo più da vicino la Chiesa madre della nostra città. Partenza alle ore 8,30 del mattino. Portatevi il pranzo al sacco e un biglietto della corriera. Don Peppino”. Dante ripone il ciclostilato un po’ seccato: “Uffa! Le visite alle chiese sono delle tali pizze! Cosa c’era poi di così malvagio nell’andare a Mirabilandia?” In quel momento sente la voce della mamma: “Dante, muoviti, o farai tardi all’incontro in parrocchia!” Per Dante è tutt’uno guardare l’orologio, accorgersi del ritardo ed essere già fuori di casa. Al volo monta sulla bicicletta e si avvia verso la chiesa. Ma ad un tratto succede qualcosa di strano: la bici sembra impazzita e non risponde più al guidatore. Dante, sbalordito, osserva impotente il fenomeno e non può nemmeno scendere dal mezzo che ha ormai acquistato una certa velocità; per un po’ tenta invano di ricondurre la bici alla strada solita, poi capisce che l’unica cosa da fare è attendere. Dove starà andando? L’unica cosa che riesce a capire è che si sta avvicinando al centro di Bologna. Il capolinea non si fa aspettare tanto: la bici comincia ad accostare sulla sinistra dove spicca una grande chiesa che si affaccia sulla strada; la facciata della chiesa è in parte coperta da impalcature in legno. Dante capisce che quella chiesa è la meta della “bici stregata”, ma nonostante sia ormai arrivata i pedali non vogliono fermarsi: le impalcature si fanno sempre più vicine, Dante stringe inutilmente i freni... “Fermati, fermati!...” Sbam! Che botta! Il nostro ministrante si trova per terra accanto alla bici mezzo fracassata e con addosso qualche asse di legno. Mentre cerca di liberarsi si accorge che attorno a lui si è radunata un po’ di gente vestita in modo decisamente stravagante. “Hai visto che cosa hai fatto?! - gli grida un tizio con tono severo - Hai distrutto due ore di lavoro! Ora ci devi ripagare il danno!”. Dante non si è ancora reso conto dell’accaduto, solo risponde: “Ma io non ho un soldo!”. L’uomo dall’aria severa si strofina le mani: “Ah, davvero? E allora... al lavoro con gli altri! Abbiamo proprio bisogno di mano d’opera!” in breve Dante si ritrova operaio, aiutante di un giovane lavoratore. “Ciao, mi chiamo Dante... e tu?” “Piacere, io sono Gastone; non ti preoccupare per quello che è appena successo: il signor Alfonso Torreggiani è piuttosto irascibile, ma è veramente un grande architett. Vedi che bella facciata sta nascendo? Ed è solo dal 1742 che ci lavoriamo! “Mille... cosa?” “1742, vale a dire l’anno scorso! Se tutto procede, ancora un annetto e sarà finita.” “Ma che chiesa è questa?” domanda Dante; “Ragazzo, dove vivi? - ribatte sorpreso Gastone - Questa è San Pietro, la Cattedrale di Bologna: il Cardinal Lambertini, bolognese purosangue, è diventato Papa e questo è stato un colpo di fortuna anche per noi: tutto questo lavoro lo possiamo fare grazie ai soldi che ci ha dato lui. Sai: la gente dà tutto quello che può per la sua Cattedrale, ma purtroppo è molto povera e non riesce a far fronte a tali spese... Ma basta parlare! Qui bisogna lavorare! Entra in chiesa e portami le assi di legno che trovi per terra appena dentro”. Dante ubbidisce, anche perché è incuriosito di vedere com’era una chiesa nel XVIII secolo. Varcata la porta gira a sinistra e... aiuto! Un leone con la bocca spalancata sta per divorarlo! Calma, Dante, per fortuna è solo una scultura. “Ehi, tu! - lo chiama una voce dietro di lui - Quel leone è lì da sei secoli e deve rimanerci almeno per altrettanto tempo, quindi lascialo stare!” Dante si volta e vede altri uomini al lavoro, chi a incidere colonne, chi a dipingere per aria, chi a montare e smontare impalcature... ce n’è uno concentratissimo davanti alla tela di un quadro. Dante, espertissimo nello scocciare gli amici mentre fanno i compiti, corre subito da lui: “Buon giorno, cosa sta facendo?” “Sto pregando!” risponde l’uomo. “Pregando? Qui, davanti a un quadro?” “Certo: - riprende - per dipingere un’immagine evangelica occorre lasciarsi guidare da Dio.” “E lei cosa sta rappresentando?” “Si tratta di un evento molto importante: il primato di Pietro”. A Dante sovviene qualcosa: “E’ forse l’episodio in cui Gesù consegna le chiavi a Pietro?” “Questa è la scena più famosa, io invece mi ispirerò al colloquio fra Gesù e Pietro dopo la Resurrezione: ‘Mi ami tu?’... d’altra parte l’episodio che dici tu è già stato raffigurato straordinariamente dal Fiorini nel secolo scorso proprio sul catino absidale.” e col dito indica un affresco sopra l’altar maggiore. “E il dipinto più in alto cosa sarebbe?”Insiste Dante. “Come, non lo vedi? E’ la bellissima ‘Annunciazione’ del Carracci eseguita nello stesso periodo: il vecchio Ludovico compì un famoso errore...” “E cioè?” “Ma allora sei proprio orbo! Si vede lontano un miglio lo sbaglio prospettico del piede destro dell’Arcangelo! Pensa che l’artista, ormai molto anziano, ne morì di dolore. E ora, ragazzo, lasciami lavorare”.

Dante saluta e si allontana: non ha capito molto circa catini absidali, errori prospettici e cose simili, ma intuisce che questo edificio sacro è molto amato dal popolo, tanto che da secoli e secoli si continua ad abbellirlo e ad arricchirlo, tanto che la gente dà soldi con generosità nonostante la vita povera, tanto che gli artisti e i lavoratori impiegano tempo, energie e amore per creare un luogo degno di Dio e capace di parlare agli uomini, tanto che qualcuno muore addirittura di dolore per non aver adempiuto nel modo migliore al suo dovere.

Tutt’a un tratto gli pare di vedere quella chiesa in un altro modo, sente sulla sua pelle la fede e l’amore di tanta gente. Con un tale pensiero si mette a osservare ogni minimo particolare della Cattedrale e si accorge di avere scoperto un TESORO nascosto, la ricchezza inaudita che è dentro a migliaia di persone e che queste hanno voluto trasmettere a tutti. Dante continua ad ammirare ogni angolo, quando si ricorda che Gastone sta aspettando là fuori delle assi di legno. In fretta se le carica sulle spalle per portarle all’esterno pensando: “Questo sarà il mio piccolo contributo nella costruzione di un immenso edificio”. Ma ecco che appena attraversata la soglia della porta si ritrova da tutt’altra parte: ci vuole un attimo a riconoscere il piazzale della sua chiesetta parrocchiale. Ecco là don Peppino con i ragazzi. Dante corre verso di lui gridando: “Allora, quando si va in Cattedrale?”.

Davide

Quizzone

Se hai letto con attenzione la storia di Dante e se se hai gli occhi aperti sulla nostra diocesi, non faticherai a rispondere...

  1. Come si chiama il vescovo di Bologna?
  2. E i vescovi che lo aiutano?
  3. A chi é intitolata la cattedrale di Bologna?
  4. Come si chiama l’architetto che nel Settecento ha progettato la facciata della nostra cattedrale?
  5. Il primato del Papa all’interno della Chiesa può essere rappresentato facendo riferimento a due diversi episodi evangelici: te li ricordi?
  6. Qual é l’errore commesso dal Carracci nel rappresentare l’Annunciazione?
  7. Sai come si chiamano le due “insegne” episcopali che vedi nei disegni e perché ogni vescovo le porta nelle celebrazioni?

    Punteggio:
  8. ...come al solito puoi farti aiutare dal tuo parroco o dall’animatore del tuo gruppo ministranti!


    A cura del gruppo animatori ministranti della Diocesi di Bologna <samuel-bo@libero.it>
    presso Seminario Arcivescovile
    piazzale Bacchelli 4
    40136 - Bologna