Dante e le nuove
avventure "petroniane"

Hope's
house

La Messa è quasi finita, don Peppino sta purificando il calice. Dante, seduto sulla panca dietro l’altare, col capo chino e gli occhi chiusi: non si capisce se stia ringraziando fervorosamente il Signore o dormendo della grossa. Se non sta proprio dormendo, sta però sognando da sveglio: "Come sarebbe bello se don Peppino, finita la Messa, ci portasse alla baracchina dei gelati, come fa di quando in quando..."; anche Mimmo, che serve all’altare con lui, intuisce e condivide il desiderio di Dante. Finita la Messa non si fa in tempo a dire "prosit!" che i due golosi hanno già assalito e messo all’angolo il povero prete: "Andiamo a comprare un gelato, don?" "Adesso proprio non posso - risponde don Peppino - ho altre due chiese che aspettano che vada a celebrare Messa". Dante rimane stupefatto: "Altre due chiese? E perché mai devi andarci tu? Quelle chiese non hanno i loro "don"? "Il prete assume un’aria pensosa e quasi nostalgica: "Purtroppo no, caro Dante: una volta c’erano, ma adesso una piccola comunità è rimasta senza parroco e in un’altra ce n’è uno anziano, che non ce la fa più a celebrare da solo tante messe e a confessare, per cui chiede aiuto". "E perché non gli mandano altri preti?" - prosegue Dante un po’ ingenuamente. Nonostante la fretta don Peppino si ferma, capisce che il discorso è importante: "Vedi, Dante, i preti non nascono dal nulla: io, tanti anni fa, ero un ragazzino come te, che serviva la Messa e stava volentieri con gli amici. Poi ho sentito che Dio mi chiamava a essere prete, e così sono entrato in Seminario..." "Dov’è che sei entrato?" - chiede Dante che ha già sentito parlare di questo posto, ma molto vagamente". "Il Seminario è la casa dei ragazzi e giovani che sentono la chiamata a servire Gesù come sacerdoti. Quasi quasi, appena ho un po’ di tempo, vi ci porto..." Detto fatto: qualche giorno dopo Dante, Mimmo, Chicco e Ciocia, sulla Uno di don Peppino, partono in spedizione per il Seminario di Villa Revedin. Appena varcata la soglia del cancello che dà sul piazzale Bacchelli i quattro ministranti si accorgono che qualcosa è cambiato: la stradina che si inerpica su per un colle li sta introducendo in una zona quieta e silenziosa; i folti alberi che li circondano creano attorno a loro un’atmosfera piuttosto misteriosa. Ad un tratto compare davanti a loro un edificio enorme, in stile antico, che al tempo stesso li affascina e incute loro una certa soggezione. Di fronte all’entrata centrale, in un’aiuola, un busto spicca in modo vistoso: "E quello lì chi è?" - chiede Ciocia con la sua solita eleganza. Il Cardinal Nasalli Rocca, arcivescovo di Bologna dal 1922 al 1952. Fu lui a volere questo parco e questa grande casa per la formazione dei seminaristi". "Seminaristi... - pensa tra sé Dante - chissà che tipi sono!". Intanto la Uno si ferma in un parcheggio e i nostri amici possono scendere: c’è un gran silenzio dappertutto. Nell’avvicinarsi al portone a vetri Chicco nota una grande scritta in alto: "In Spem Ecclesiae". "Che cosa vogliono dire quelle parole, don?". "Quella è un’espressione latina - spiega don Peppino con una punta di orgoglio - la quale sta a dire che questo edificio è stato costruito perché la Chiesa di Bologna possa continuare a sperare". Dante ripensa al prete anziano di cui gli parlava don Peppino e capisce perché in questo luogo è riposta tanta speranza.

Ad un tratto il silenzio è interrotto da urla selvagge: un branco di ragazzi in maglietta e pantaloncini esce correndo dal portone centrale. Uno di loro si ferma e saluta: "Ciao, da dove venite?" Don Peppino spiega in breve chi sono e cosa ci fanno in Seminario. "Perché non venite a giocare con noi, questa è l’ora di ricreazione!". Quei volti così sereni e semplici ispirano fiducia a Dante che, senza consultarsi con nessuno, risponde: "Ma certo!". In breve i quattro si trovano in un campo da calcio a giocare con tanti ragazzi come loro, mentre don Peppino si improvvisa arbitro sportivo, fingendo anche una certa professionalità. Ciò che più colpisce Dante è come questi "seminaristi", che lui immaginava essere gente a cui non piaceva vivere come gli altri e insieme agli altri, tanto da essersi ritirati lassù, siano invece ragazzi normalissimi, proprio come lui, anzi gli pare di notare una gioiosità in loro che non sempre sente di avere. Dopo la partita sono i seminaristi che si incaricano di fare da ciceroni agli ospiti: mostrano loro il grande refettorio, le camere, le aule scolastiche, le sale di ricreazione, il teatro...: è proprio una grande casa questo Seminario! "Ma non siamo ancora stati nel posto più importante!..." - li avverte uno di loro. I quattro amici, mentre seguono il gruppo, si guardano l’un l’altro con curiosità. Ed ecco che le loro guide li conducono in un nuovo ambiente e, appena entrate, fanno genuflessione: non ci vuol molto a capire che si tratta della chiesa. Per qualche istante tutto si ferma attorno a questo gruppo in preghiera, poi don Peppino sussurra ai suoi ministranti:

"E’ qui che ho ricevuto la forza per fare il prete". Queste parole risuonano nella testa di Dante, mentre la Uno ritorna sulla strada di casa, ormai all’imbrunire: Dante credeva solo di andare a vedere un bel posto, invece ha conosciuto delle persone, dei nuovi amici, amici più o meno bravi di lui, più o meno simpatici, più o meno intelligenti, insomma amici come tanti altri, ma con un segreto: fare della propria vita una risposta alla chiamata del Signore per il bene di tanta gente che già li aspetta. E’ questo segreto che fa del Seminario una casa di speranza, è questo segreto che anche lui, da oggi, vuole custodire nel suo cuore.

Davide

Quizzone

  1. Qual’è il nome del nostro Seminario?
    Villa Revedin
    Villa Spada
    Villa Santa Maria
  2. Qual’è l’ Ospedale più vicino al nostro Seminario?
    Il Rizzoli
    Il Maggiore
    Il S.Orsola
  3. Quale concilio ha istituito i Seminari per la preparazione dei futuri preti?
    Concilio Lateranense I
    Concilio di Trento
    Concilio Vaticano II
  4. Chi ha fatto costruire l’attuale sede del Seminario bolognese?
    Ss. Vitale e Agricola
    Card. Nasalli Rocca
    S. Petronio
  5. In che anno è stato costruito l’attuale edificio del Seminario?
    1901
    1929
    1932
  6. Cosa aspetti a entrare in Seminario?
    Un segno dal cielo
    L’autobus n°30
    Non lo so
  7. Chi è l’attuale rettore del Seminario?
    don Gino
    don Gabriele
    don Luciano
  8. Cosa sta scritto sulla facciata dell’entrata principale del Seminario?
    "Ubi fides ubi libertas"
    "Seminario"
    " In spem Ecclesiae"

Punteggio:

...come al solito puoi farti aiutare dal tuo parroco o dall’animatore del tuo gruppo ministranti!


A cura del gruppo animatori ministranti della Diocesi di Bologna <samuel-bo@libero.it>
presso Seminario Arcivescovile
piazzale Bacchelli 4
40136 - Bologna