Premessa Più mi intestardisco su questo argomento, più mi rendo conto quanto sia stato grande lo sforzo degli antichi per lasciarci un calendario talmente accurato da non farci neppure sognare che esso possa essere modificato o cambiato. I calendari da parete o quelli tascabili conservati nel portafoglio, le nostre agende, gli orologi che portiamo al polso, le applicazioni informatiche ci hanno ormai abituato ad un conteggio dei giorni uniforme, apparentemente unico e universale. Sono il frutto maturo di una lunga evoluzione di successivi aggiustamenti e reciproci miglioramenti già cominciata con babilonesi ed egiziani, poi sviluppata da greci e romani fino ad arrivare a papa Gregorio XIII.
Nel 167 a.C. il sommo sacerdote Menelao (nome grecizzato) appoggiato dal re seleucide Antioco IV sostituì il culto del Dio unico con quello del dio greco Zeus Olimpio nel tempio di Gerusalemme. E’ la scintilla che porterà alla rivolta dei Maccabei. Nel contempo venne abbandonato il calendario solare ebraico e abbracciato quello lunisolare babilonese, diffuso da tempo in tutto il Vicino Oriente. Menelao pensava così di mettere fuori gioco tutte le ricorrenze religiose della Torah che erano legate al ciclo solare.
Nel 152 a.C. solo alcuni gruppi minoritari (fra cui gli esseni) usavano ancora il calendario solare, ritenendolo l’unico adatto a misurare i tempi di Dio. Dopo la restaurazione del tempio venne mantenuto in uso il calendario lunisolare per consuetudine e comodità; i farisei e i sadducei, pur sapendo che non era quello della Torah, lo usarono quindi per regolare il culto e le ricorrenze religiose. Il calendario lunisolare è tuttora seguito dagli ebrei.
Pesach (la Pasqua ebraica) ricorre il 15 di nisan (I mese) in corrispondenza della luna piena nel calendario lunisolare (il giorno 1 del mese lunare segue la luna nuova; dopo 14 giorni circa c’è la luna piena). Poiché il giorno inizia al tramonto, la sera del 14 (che è già il 15) si celebra la cena pasquale. Prima, nel pomeriggio a partire dall’ora IX (le ore 15), erano stati sacrificati gli agnelli al tempio. Nel calendario solare il 15 era sempre un mercoledì (1 nisan era mercoledì, quindi 1 + 7 + 7 = 15 ancora mercoledì) mentre nel lunare poteva essere qualsiasi giorno della settimana a seconda dell’anno. Una tradizione rabbinica racconta della domanda rivolta al maestro Hillel il Vecchio (fine I sec. a.C. - inizio I sec. d.C.) in un anno in cui Pesach cadeva di sabato per chiedere se è più forte la legge della Pasqua o del Sabato visto che si era dimenticata la norma… in realtà una norma simile non era mai esistita proprio perché nel calendario solare Pesach non poteva mai cadere in sabato.
La studiosa francese Jaubert sostiene che Gesù celebrò l’ultima cena martedì sera secondo Pesach del calendario solare e morì in croce il venerdì seguente, il quale precedeva Pesach del tempio che cadeva quell’anno di sabato. Nel 33 d.C. sembra che effettivamente il 15 nisan lunisolare fosse un sabato, corrispondente al 4 aprile (giuliano). In questa ipotesi si prevede anche che il processo di Gesù sia stato un po’ più lungo di quanto appare nei vangeli.
Simili ricostruzioni incontrano varie difficoltà: anzitutto allora non era certo in uso il conteggio degli anni "dopo Cristo" introdotto da Dionigi il Piccolo (Dionysius Exiguus) verso il 525 d.C., ma ci si basava sugli anni di regno degli imperatori romani. Alcuni autori antichi [vedi 8 pagg. 41ss] ci danno i sincronismi con la nascita di Gesù. In genere oggi si riconosce che Dionigi sbagliò a fissare l’anno 1 per cui Gesù nacque nel 7 o 6 a.C. (ricordatevi che l’anno 0 non esiste: prima dell’anno 1 d.C. c’è l’anno 1 a.C.; l’anno 0 viene usato in ambito astronomico per praticità nell’eseguire i calcoli –specie con il computer- preceduto da anni con segno negativo per cui 0 = 1 a.C. e –1 = 2 a.C.). Tuttavia recentemente uno studioso [8] ha rivalutato Dionigi… Infine non basta sapere esattamente quando avvenne l’equinozio o la luna piena in un determinato anno: come vedremo per la Pasqua cristiana, bisogna vedere il sistema usato allora per eseguire simili calcoli, sistema che magari non forniva risultati precisi come quelli da noi calcolati oggi. In tutto questo grande mare l’unico punto fermo è forse quello della sequenza dei giorni della settimana, che probabilmente possiamo risalire all’indietro nel tempo senza interruzioni (per cui se oggi è sabato, n x 7 giorni fa era sicuramente sabato, anche con n molto grande).
La Pasqua cristiana è stata fissata dal concilio di Nicea (325 d.C.) come la prima domenica ricorrente dopo la prima luna piena che cade nel o dopo il giorno dell’equinozio di primavera [4 pag. 51]. Nel 1999 la prima luna piena dopo l’equinozio si è verificata giovedì 1 aprile alle 00h49m (ora estiva italiana UT + 2h); la domenica seguente la luna piena era il 4 aprile. In realtà non si tratta di un calcolo puramente astronomico: innanzitutto l’equinozio è fissato al 21 marzo mentre astronomicamente può cadere fra il 19 e il 22 (in epoche lontane dal presente questo sfasamento può essere maggiore); in secondo luogo il calcolo della luna piena avviene secondo il sistema dell’epatta che non è rigorosamente preciso.
Infine si noti la precisazione "DOPO la prima luna piena". Se la luna piena cadesse in domenica, la Pasqua sarebbe la domenica seguente: si voleva evitare che la Pasqua cristiana venisse celebrata nello stesso giorno di quella ebraica (così da sottolinearne il diverso significato), che cade sempre nel giorno del plenilunio (nel 1999 il 15 nisan era infatti giovedì 1 aprile). Nei primi secoli d.C. vi era il gruppo cristiano dei quartodecimani [8 pagg. 26ss] che celebrava la Pasqua sempre il 14 nisan, qualsiasi giorno della settimana fosse.
Gli ortodossi regolano la loro Pasqua sul calendario giuliano, non avendo accettato la riforma gregoriana voluta da un papa cattolico.
Benché l’equinozio sia il 21 marzo gregoriano (8 marzo giuliano nel 1999), gli ortodossi lo calcolano sempre al 21 marzo giuliano (il 3 aprile gregoriano nel 1999). Secondo l’antico sistema dell’epatta, la luna piena era prevista il 22 marzo giuliano 1999 cioè il 4 aprile gregoriano (mentre in realtà è stata giovedì 1 aprile gregoriano -almeno secondo il fuso orario dell'Italia già con l'ora estiva). Essendo domenica si passa alla domenica successiva. Ecco perché la Pasqua ortodossa nel 1999 ha seguito quella cattolica di una settimana. Tutto questo a causa della perduta sincronia con il ciclo solare. [In ambito ecumenico è stata proposta la soluzione di determinare la data della Pasqua in modo astronomico, cioè in base agli effettivi istanti di luna piena (non con l'approssimazione dell'epatta) e dell'equinozio (non fissato al 21 marzo dei rispettivi calendari) calcolati secondo le moderne teorie di meccanica celeste. Il fuso orario di riferimento sarà quello di Gerusalemme (infatti, ad esempio, una luna piena alle 23h30m di sabato (Pasqua il giorno dopo) in Italia corrisponde alle 00h30m di domenica (Pasqua dopo una settimana) a Gerusalemme (+1h).]
La festa ebraica di Shavuot "settimane" avviene 7 settimane dopo Pesach cioè 49 giorni (7 settimane x 7 giorni = 49 giorni). I 49 giorni diventano i 50 dopo Pasqua della Pentecoste cristiana includendo i giorni estremi –come l’ottava di Pasqua che conta ambedue le domeniche. Secondo Levitico 23,15 il conteggio deve cominciare il giorno dopo il sabato. Per i farisei significa il giorno dopo Pesach, considerando sabato come sinonimo di festa; per i sadducei invece indica letteralmente il giorno dopo il sabato seguente Pesach. Come ha detto il rav Sermoneta, oggi gli ebrei ortodossi accettano la prima ipotesi: infatti Shavuot ricorre venerdì 21 maggio 1999 (il 6 di sivan) mentre Pesach era caduta giovedì 1 aprile. Sempre nel 1999, per i cattolici Pentecoste cade la domenica seguente, come la domenica di Pasqua è stata la prima dopo Pesach.
Nel testo ebraico di Levitico 23,15 è scritto proprio shabbat. Quindi il problema non è di lingua ma di interpretazione. La domanda a Hillel mi fa pensare che la festa di Pesach non avesse nulla da spartire con il sabato che ha una propria valenza indipendente e specifica. Bisognerebbe ricercare quindi eventuali casi simili nella Bibbia (il dizionario di ebraico biblico Brown/Driver/Briggs comunque non ne parla).
[1] Stegemann H., Gli esseni, Qumran, Giovanni Battista e Gesù, pagg. 239ss sulla storia dei primi due secoli a.C. e 209ss sui calendari
[2] Charlesworth J. (ed.), Gesù e la comunità di Qumran, pagg. 86, 156 (Sacchi P.), 244s (Riesner) sulla data dell’ultima cena
[3] Manns F., Il giudaismo, pagg. 117ss sulla festa di Shavuot
[4] Dershowitz N. / Reingold E.M., Calendrical Calculations, pagg. 95ss sul computo del calendario lunare ebraico e relative feste
[5] Compagnoni P., Come pregava l’ebreo Gesù, pag. 67 sulla Pentecoste
[6] Sobrado J.A., Dayenù, Haggadàh di Pésach, Le origini dell’Eucarestia, pagg. 164s e comunque da pag. 147 sull’ultima cena come Pesach (sullo stesso tema Manns, La preghiera di Gesù, Carena O. e [5])
[7] Jaubert A., La date de la Cène; Jésus et le calendrier de Qumran; Le mercredi où Jésus fut livré
[8] Fedalto G., Quando festeggiare il 2000?
[9] Meeus J., Mathematical Astronomy Morsels ("Cioccolatini di matematica astronomica"!), pag. 364 sulle discordanze fra Pasqua gregoriana e "Pasqua astronomica"
Ho implementato in Visual Basic for Applications (VBA) gli algoritmi esposti in [4], in modo da poterli richiamare e combinare secondo le esigenze come semplici funzioni in un foglio di calcolo Microsoft Excel 97. Chi fosse interessato può richiedermi il codice.
(31/XII/2000) Finalmente sono riuscito a portare il codice VBA in VBscript, utilizzabile all'interno delle pagine web! All'indirizzo http://www2.domaindlx.com/elam/calendars/calendars.asp è possibile confrontare le varie date di Pasqua.
a cura di Basello Gian Pietro
<elam@elamit.net>
san Giovanni in Persiceto, 19-20/XI/2000